Intermezzi e difficolta’

 

Oggi Erica e Barbara hanno svolto del lavoro supplementare coi costumi: quattrocento pezzi da confezionare entro pochi giorni. Accorsa in loro aiuto dopo colazione, che cosa ti ritrovo? Erica vestita da pagliaccio col cappello giallo in testa e fisarmonica spalancata, circondata da uno stuolo di ragazzini eccitati. Le note allegre dei suoi pezzi più famosi si udivano sin nel giardino.

Immancabilmente, all’arrivo e alla partenza dal centro grappoli di bambinetti salutano, affacciati alle balaustre e alle finestre. Non smettono di chiedere se ci ricordiamo i loro nomi. E come potremmo dimenticarvi Kovita, Renuka, Suresh, Rupa, Tippi, Saku?

 

Pioggia da mattina a sera, strade inondate da fiumi d’acqua rossastra. Non ne possiamo veramente più! A questo s’aggiunge la difficile mattina trascorsa con cinquanta ragazzi nei laboratori teatrali. Abbiamo avuto difficoltà di ogni tipo: dalla mancanza delle chiavi per entrare nella sala prove, all’assenza di elettricità. Ci siamo improvvisate in esercizi all’aperto al riparo dall’insistente pioggia, ma la vacanza degli educatori (per la festa nazionale) oggi ha reso estremamente difficile il controllo dei ragazzi, già svogliati e indisciplinati.

Il resto del laboratorio è proseguito nella sala, ma con grande dispendio d’energia. Vista la giornata speciale, la disattenzione era elevata e alcuni dei partecipanti riuscivano a guastare la tranquillità degli altri.

Questa esperienza mi ha spinto ad una serie di riflessioni, soprattutto sul senso della nostra presenza qui e sulla necessità di strutturare ulteriormente il programma teatrale con i referenti dei centri El Shaddai.

Domande sul modo di approcciare i ragazzi, sul perchè e sul come, sulla via più giusta da seguire, hanno determinato una piccola crisi, alimentata anche dalla giornataccia piovosa.

Dalle impressioni iniziali, condizionate dal clima di accoglienza che è e rimane fantastico, sono discesa in una riflessione etico-pedagogica.

Bisogna mantenere gli occhi aperti, recuperare il dialogo con sé, risintonizzarsi. Credo che si tratti di una urgenza impellente, abbastanza generalizzata.

Attivita’

 

 

 

Abbiamo noleggiato degli scooter, perché dalla nostra "casetta" ai centri dei ragazzi vi sono alcuni chilometri da percorrere in mezzo alla natura. Tra stradine frequentate da vecchi cani rabbiosi e vacche sacre, si sollevano nuvole di polvere e clacson intermittenti. Qui è d’obbligo suonare per farsi riconoscere.

In mezzo ai campi file di panni bianchi stesi al sole, sullo sfondo una linea di palme davanti alle colline. La luce del tardo pomeriggio è arancione, prossima al tramonto sul Mare Arabico qui vicino. Il suono dell’oceano si percepisce in distanza la notte. Ma chi ha il tempo di vederlo? La nostra attività è incessante.

A tavola, alla sera, intorno a uno dei pochi ristoranti aperti (siamo ad inizio stagione: Goa non è ancora invasa dai freak post-moderni), non si parla che di lavoro, di programmi del giorno dopo, di costumi e di centimetri di stoffa.

Diego è l’anima ‘razionale’ del gruppo. Si è preso un incarico delicato e altrettanto faticoso: quello della costruzione dei trampoli per i ragazzi. Ha dovuto controllare più volte il lavoro dei falegnami, perché non preparavano mai i pezzi, e una volta pronti non erano nemmeno levigati.

Diego ha messo in piedi un piccolo laboratorio del legno. Circondato da quattordici, quindici adolescenti, li istruisce su come montare i pezzi per realizzare il trampolo finito che poi ognuno di loro userà. Alcuni adoperano il trapano, altri l’avvitatore elettrico, altri si occupano dell’incollaggio. Sono tutti molto attenti ed indaffarati. Cercano di fare bene il lavoro, anche se si stufano velocemente, sicché vi è un ricambio continuo di ragazzi. Nonostante tutto hanno voglia, si sente il loro desiderio di imparare, ed è più che naturale.

È possibile cercare una chiave per ognuno di loro, oppure mostrare ai più una via, una possibile realizzazione attraverso un compito ben svolto, attraverso il gioco, attraverso il teatro e le sue regole?

Un trampolo va costruito a regola d’arte, altrimenti è pericoloso. Questo sembrano averlo inteso, dal momento che interrompono Diego ogni momento per essere seguiti, consigliati, rassicurati.

Ma anche noi ragazze riveliamo una inesauribile energia: sotto pressione costante vogliamo lavorare bene per questo progetto che, confidiamo, ci possa arricchire reciprocamente.

 

Goa

 

Giornata di lavoro ai centri El Shaddai. Diego ha concordato il prezzo per il legname: 326 Rupie (ca. 6 Euro) per un paio di trampoli rispetto alle 600 richieste inizialmente a Bombay. Visto che alla fine i pezzi da assemblare saranno 160, il risparmio e’ notevole. Bravo Diego!!! Per domani alle 16 "DOVREBBE" essere tagliato e consegnato (….speriamo…..). Erica ha iniziato i laboratori di teatro corporeo, come attivita’ extra-scolastica con 50 bambini divisi su due gruppi.  Alla fine delle prime tre ore di lavoro era "distrutta", ma confidiamo riprenda presto il ritmo lavorativo dell’Italia che sembra aver dimenticato. Il suo lavoro sulle due classi terminera’ martedi’ prossimo e da mercoledi’ tutte le energie saranno concentrate sullo spettacolo.  Barbara dovra’ confezionare piu’ di 200 costumi, aiutata da 3 o 4 ragazze che sanno gia’ cucire (una media di 15 al giorno…. ce la faranno?….lei sembra tranquilla!!). Nel frattempo e’ arrivata Pablita e il suo talento nelle contrattazioni si e’ fatto gia’ valere facendoci risparmiare ca. 100 Euro sull’affitto della casa per un mese e 40 Euro sull’acquisto del legno. Domani mattina alle 6 arriva Sara da Bombay. Trovera’ Pablita e Diego alla stazione degli autobus di Mapusa pronti a caricarla sugli scooter. Un grazie ad Annachiara e Samuele di http://crushsite.it  e a Davide di Portobeseno per il loro supporto.

 

Performance a Bombay

 

Sabato 23 settembre. Ultimo giorno a Bombay. Al mattino ci siamo presentati con Timira al centro che accoglie i ragazzi di strada dell’organizzazione "PRAHTAM" a Crawford Market dove 70 bambini ci stavano aspettando. Un’ora e piu’ di animazione con costumi colorati, giocoleria, bolle di sapone e palloncini. 140 grandi occhi scuri e curiosi ci fissavano… un "oooohhhhhh" collettivo seguito da applausi ogni volta che una bolla gigante riusciva a volteggiare per qualche secondo nell’aria…sorrisi che e’ impossibile descrivere. Qualche ragazzo e’ stato nominato aiutante ufficiale nello show, qualcun altro si e’ improvvisato giocoliere e, tutti quanti in fila indiana, hanno formato il piu’ bel treno di questo mondo che viaggiava al suono di una fisarmonica nella stanza. Per finire… palloncini colorati per tutti. I bimbi erano felici e la loro gratitudine si e’ manifestata nel dedicarci in coro una canzone nazionale e nel regalarci dei fiori di carta fatti con le loro mani. Timira si e’ improvvisata clown ed e’ stata promossa a pieni voti sul campo.

L’organizzazione "Pratham", che in hindi significa "in primo luogo" si occupa di bambini sfruttati in tenera eta’, costretti a lavorare e senza istruzione. E’ la prima organizzazione nata a questo scopo, per questo il nome " Pratham" ,  "la prima per cominciare". I ragazzi hanno un’eta che varia dai 4 ai 14 anni, studiano e vivono protetti nel centro, chiamato "Musafir Khaana",  dove abbiamo effettuato la performance ."Pratham" e’ la piu’ grande ONG in India ed ha gruppi di sostegno negli USA, UK,  in Canada e in Germania. La canzone che i bimbi hanno cantato alla fine, e’ la canzone nazionale dell’India "Vande Mataram". Per saperne di piu’  vi consigliamo di consultare il sito www.pratham.org.

Un immenso grazie a Timira per l’aiuto e le informazioni date. Di seguito la spiegazione dei centri in inglese che Timira ci ha fornito:

About the organisation:
It is called PRATHAM (which means ‘First’ in hindi)
They rescue children who have been forced to work and exploited from a small age and given No Education.
They were the first organisation to help these children, that’s why they call it ‘Pratham’ – the first to begin.
‘In primo luogo per cominciare’ 🙂
 
The children are only boys … age from about 4 to 14 years.
They study and live in that shelter home, where we performed that day – Musafir Khaana.
Pratham is the largest NGO for domestic-worker children in India.
They have support groups all over the world, USA, UK, Canada, Germany.
 
http://www.pratham.org/ – you will get more details on their site.
 
And aah, I am sure u have forgotten this one.
The song they sang at the end was the National Song of India – ‘Vande Mataram’
Just in case you want to add that in!
 

Bombay

E` il nostro terzo giorno a Bombay e grazie all`aiuto di Tanushree, la nostra amica indiana, abbiamo trovato quasi tutto il materiale rimanente per il progetto di Goa.

Bombay (la chiamiamo cosi’, perche’ chi ci vive preferisce usare ancora il suo vecchio nome, anziche’ Mumbai), una megalopoli di 20 milioni di persone, non sembra cosi` straniera quando ti abitui a girarla con gli amici di qua.

Siamo ospitati, siamo coccolati e ci sentiamo felici. Un grazie a Tapas, Tamira, Marvin e naturalmente a Tanu e alla sua famiglia. Tamira ha organizzato una performance per i ragazzi di strada. Dopodomani o al piu’ tardi sabato saremo di scena.