Al lavoro per il calendario 2007

Ecco le ultime novità: Erica è rientrata dall’India, fresca come una rosa.
Siamo di nuovo tutte al lavoro per realizzare il calendario 2007 che contiene le foto indiane dei laboratori teatrali, dello spettacolo “Fantasia” e della vita dei bambini presso i centri El Shaddai scattate da Paola, per la maggior parte, e da Timira Gupta, una collaboratrice di Pune.
Come potete vedere:

non c’è un attimo di tregua. Il buon Paolo della Tipografia Tonelli sta producendo un calendario ricco di immagini e di colori, simpatico e fantasioso, che metteremo a vostra disposizione (con un piccolo contributo!) verso la metà di dicembre.

Come vi abbiamo già anticipato, i fondi raccolti con la vendita del calendario servono per sostenere il progetto teatrale del prossimo anno, che si realizzerà sempre nello Stato di Goa, con gli stessi ragazzi.

                            

 

Noi non vediamo davvero l’ora di ritornare in India. Nel frattempo però, organizzeremo delle serate per far conoscere nel dettaglio il lavoro svolto. Un’esperienza che ci ha donato molte soddisfazioni e rivelato delle possibilità di riuscita davvero straordinarie.
Sul blog forniremo a breve le date e i luoghi degli incontri e delle prossime animazioni, in cui potrete trovare anche il calendario.

Ricordiamo in questo post che l’Associazione Teatro per Caso compie dieci anni. Per l’esattezza, li ha compiuti il primo di ottobre, mentre eravamo in India. Non ce ne siamo nemmeno accorte, ci interessava soltanto portare a termine il progetto Officina del sorriso!

Aggiornamenti

Salve a tutte e tutti. L’esperienza in India è finita, ma possiamo affermare che si tratta di un inizio. Ne stiamo sentendo ancora le buone vibrazioni e le energie positive che ha fatto fiorire in ognuno degli splendidi bambini di Assagao, Saligao e Mapusa e dentro tutti noi.
Attualmente stiamo dedicandoci alla creazione di un calendario per il prossimo anno con le foto dello spettacolo e della vita ai Centri El Shaddai, documentate dalla nostra fotografa Pablita. Non appena disponibile vi faremo sapere come e dove poterne acquistare una copia. I proventi della vendita confluiranno nel progetto 2007 a favore di questi ragazzi.
Stiamo anche lavorando all’editing dello spettacolo, con un po’ di pazienza potrete gustarvi le emozionanti immagini della performance. Nel frattempo vorremmo ringraziare tutti coloro che ci hanno seguiti e sostenuti lungo il corso dell’avventura indiana, così ricca di vitalità e passione, indimenticabile esperienza, stimolante e contagiosa.
A presto!

IN SCENA!!

 
 

È venerdì sera in Italia. Mi chiama Erica dall’India, sul lavoro. La voce rotta dall’emozione. Non riesce quasi a parlare. Ma dal suono della sua voce partono vibrazioni che colmano un racconto frammentario. "Parla Erica!" le grido sulle spine.

Erica parla. Incomincio a vedere. Non vi sono né fusi orari né disturbi telefonici ad interrompere questo flusso di sogno che Erica trasmette a singhiozzi. Ed è questo:

"Sara… è stato bellissimo… erano felici… stupendi… i ragazzi sono stati perfetti!".

Mi pare di vedervi tutti, ragazzi fantastici dai cento colori, in scena, a fare le vostre entrate che avete provato con tanto spirito e dedizione e volontà.
E poi inizia a raccontare dell’altro:

"Sono stati fantastici, e che entusiasmo. Ci abbiamo messo tre ore per prepararli a puntino. I primi a mettersi i costumi sono stati i più piccoli, tutti fermi all’ombra ad aspettare il loro turno. Sono duecento tra bambini bambine ragazze e ragazzi: vestizione, trampoli e trucco per i danzatori, e via! In scena! Sono stati meravigliosi."

E ci pare di cogliere con uno sguardo partecipe ed appassionato ciò che oggi è avvenuto al campo sportivo di Calangute. Quattro folte schiere di giovanissimi attori che riempiono la terra del campo con le loro poetiche apparizioni, dal quadro dell’aria, così bianco, lieve e spensierato, a quello dell’acqua con le bolle di sapone che si sollevano e accompagnano in cielo i sogni di tutti noi, spettatori, ascoltatori, appassionati, attori.

Erica prosegue il racconto commossa dalla gioia: "Anita (la fondatrice dei centri El Shaddai, ndr) ha presentato lo spettacolo e i piccoli attori davanti ad una folla di spettatori curiosi e partecipi, come solo sanno essere gli indiani, e di turisti. E lei ha detto con orgoglio che oggi i ragazzi donavano un sorriso a tutti loro, ragazzi che solo poco tempo fa stavano per la strada a mendicare. La cosa stratosferica è stato vederla commossa alle lacrime."

E li vediamo felicissimi questi ragazzi, davvero, pieni di entusiasmo mentre si esibiscono interpretando alla perfezione lo spettacolo.

"C’erano le televisioni, i giornalisti. Ma ci pensi? – continua Erica – "solo la sera prima eravamo là al campo a montare le quinte, è arrivato un service vero e proprio, insomma che coinvolgimento!"
"Abbiamo fatto due cerchi finali, con tutti, ma proprio tutti dentro, dalle maestre a tutti gli operatori e lo staff di El Shaddai!"

Insomma, lo spettacolo è stato così intenso da superare ogni aspettativa. E ci crediamo, lo possiamo affermare per aver seguito da vicino la costruzione di questo incredibile evento.

"E’ arrivato un bambino con una busta grande così, color oro, con le firme di tutti quanti e contiene un cuore enorme. Ce l’hanno regalato!!". Erica è quasi stravolta al telefono e continua a ringraziare e a chiedermi il motivo per cui non fossimo lì anche io e Pablita. Ma noi c’eravamo, cara Erica, con tutti gli affezionati lettori di questo blog!

I bambini chiedono con insistenza quando sarà la prossima volta, quando saranno di nuovo in scena. E allora mi viene spontaneo affermare che questa danza è solo l’inizio di una gioia che resterà nei nostri ricordi e che, ci auguriamo, possa portare nuovi frutti e coinvolgere ancora più persone. Il teatro è anche divertimento, e questi ragazzi ne hanno tutto il diritto.

E ci sembra di partecipare, coinvolti dall’emozione del racconto di Erica, all’indimenticabile spettacolo che ha avuto luogo qui in India.
Straordinario perché ha dato possibilità a questi bambini di mettersi in luce con la magia della creatività, ma anche perché ha concesso a culture diverse di incontrarsi e accettarsi reciprocamente, consapevoli che il linguaggio della fantasia e dell’invenzione è un codice che apre i cuori, dona nicchie di senso e significati nuovi alle esistenze, con quel mistero che accompagna ogni azione pura e vera, quel gesto teatrale, perché rappresentato su un palco, che è un gesto vitale.

Il linguaggio della vita, della parola, della gioia e del trasporto in altri spazi che anche qui hanno più che mai bisogno di essere ed attecchire, come il riso che riempie i campi ingialliti, l’alimento fondamentale di questa parte del mondo.