Each child matters

‘Each child matters’, questo è il motto dei centri El Shaddai, come quello di Assagao, a Goa (India), dove il nostro gruppo è impegnato da più di una settimana in laboratori di volontariato artistico, che termineranno il 3 febbraio con un grande spettacolo.
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Tutte le persone che frequentano questo centro lo sanno bene, che ogni bambino è importante, lo sanno Henry e Angela, due pensionati inglesi che hanno adottato a distanza tre bambini a cui pagano gli studi, e che vengono a trovare sempre più frequentemente e per periodi sempre più lunghi. Sono molto orgogliosi dei loro progressi solastici, non parlano d’altro, scherzando raccontano che i loro figli naturali, oramai grandi, sono quasi gelosi di loro.
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Lo sa anche Anna, la sponsor di Anita, la ragazza nella squadra dei trampolieri, che sta facendo enormi progressi sia sui trampoli che a scuola. Anche Anna viene spesso a trovarla, si ferma parecchi mesi con Anita ed i bambini del centro, e poi riprende la sua tournée come cantante jazz in giro per il mondo.
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E lo sa persino Ether, una ragazza che incontriamo casualmente in un negozio di tessuti in città, in cui vogliamo comprare del materiale per fare dei costumi per lo spettacolo finale: si avvicina a noi, ci porge una banconota per sostenere il nostro progetto, e se ne va sorridendo…

 

I laboratori artistici ad El Shaddai

I laboratori sono oramai, dopo una settimana, a pieno regime.
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Dopo la pausa domenicale, in cui i più piccoli vanno in spiaggia e i più grandi aiutano a pulire la casa e a fare il bucato, tutti (compresi noi) arrivano a scuola con rinnovata energia e grande entusiasmo.
movimento
Le due ragazze sui trampoli, Munni ed Anita, fanno passi da gigante, e si allenano con molta costanza, chiunque passi si ferma a far loro i complimenti per gli evidenti progressi.
Munni ed Anita
erica
Nel cortile c’è grande fermento, chi prova a fare gli scalini col monociclo, chi si allena sui tessuti aerei, i ragazzi più grandi provano con Erica delle coreografie con i trampoli.
www.officnadelsorriso.org
Anche Timira ha iniziato il laboratorio di giocoleria, mentre le ragazze del laboratorio di danza si divertono molto con gli esercizi di coscienza corporea proposti da Roberta.
dance workshop
E già si inizia a pensare allo spettacolo finale, che concluderà, come ogni anno, questa magnifica esperienza…molte idee frullano per la testa, di sicuro sarà un evento indimenticabile, per tutti…

I laboratori artistici di Officina del Sorriso

Sono finalmente iniziati i laboratori artistici: chi muove i primi passi sui trampoli, chi insegna ai più piccoli dei trucchi con il monociclo, chi si concede una pausa di relax usando i tessuti arei come amaca….
momento di relax

Erica ha iniziato il laboratorio di teatro in grande stile: raccontando l’Odissea, visto che il tema di quest’anno è il viaggio . Durante la narrazione i ragazzi pendono dalle sue labbra, riesce a rendere la storia davvero molto avvincente e divertente !

Le ragazze del laboratorio di danza, con Roberta, sono vispe ed allegre, piene di energia.
Grande lavoro da parte del gruppo per preparare i materiali: nuove scarpe per i trampoli, nuove camere d’aria per i monocicli, nuovi tessuti aerei, oramai consumati…

Enrico si dà un gran da fare, ed i ragazzi più grandi lo aiutano come possono.
...e l'uggioso problema delle scarpe..

Grande gioia da parte di tutti per la partecipazione di due ragazze al gruppo dei trampoli, Munni ed Anita, le nostre eroine di quest’anno !
Anita quattro anni fa era nel gruppo di giocoleria, mentre Munni in quello dei monocicli, ora sono entusiaste di iniziare questa nuova esperienza.
le ragazze dei trampoli

Uno dei nostri obiettivi è quello di far aumentare, di anno in anno, il numero di ragazze che partecipano a questi laboratori, solitamente con una prevalenza di presenze maschili: brave, Munni ed Anita!

Si comincia!

Ecco che tutto il gruppo è finalmente riunito: Erica, Roberta e Barbara sono appena arrivate da Bombay dove hanno comprato il materiale necessario per i laboratori, manca solo Timira, che ci raggiungerà fra una settimana.

Le energie sono al massimo, c’è un grande fermento: chi sistema i trampoli, chi i monocicli, chi organizza i gruppi per i laboratori. Anche i ragazzi sono entusiasti, non vedono l’ora di iniziare, ci tempestano di domande e nella scuola si respira grande eccitazione.

Arriva il momento della presentazione dei laboratori ai ragazzi: ci riuniamo in cortile e Sonia spiega le regole (ferree) ed Erica illustra il tema di quest’anno, il viaggio.

Incontriamo anche una vecchia conoscenza, Suresh, un ragazzo oramai diplomato e laureato in architettura, che si occupa di dirigere i lavori di costruzione di un nuovo centro El Shaddai . E’ felice, segue anche altri lavori in città, dove vive, ci racconta anche dei suoi compagni: Pandu fa l’interior desiner  e Ninga lavora per una grossa compagnia di elettronica. Molti suoi ex compagni sono laureati e sono già da tempo inseriti nel mondo del lavoro.

Ogni domenica si trovano tutti qui, ad El Shaddai, per una partita di pallone come ai vecchi tempi.

Progetto India 2015


Primo giorno a scuola.

Il primo giorno a scuola è sempre una grande emozione, anche per chi, in quella scuola, ci torna da parecchi anni. Anzi, forse soprattutto per quelli: incontrare i ragazzi che hanno partecipato agli scorsi progetti, stupirsi di come siano cresciuti e maturati, vedere che sono entusiasti quanto noi di iniziare, ci sentiamo come delle zie che tornano dai nipotini dopo un lungo viaggio.

Tornare a casa, è proprio questa la nostra sensazione, dove anche i più piccoli, che non ci conoscono, ci corrono incontro abbracciandoci e facendoci le feste, mentre i più grandi che sono rimasti ci salutano con gioia e ci raccontano di chi ha trovato lavoro fuori dal centro, o di chi è rimasto ad El Shaddai a lavorare come tutor presso una delle numerose case famiglia dell’organizzazione.

Sì, perchè non c’è solo la scuola, che fornisce una completa istruzione a questi bambini raccolti dalla strada, ci sono numerose case dove vengono accolti, nutriti, lavati, accuditi; e molto spesso chi è cresciuto qui, forse per riconoscenza, forse perchè si sente veramente in famiglia, rimane a prendersi cura dei più piccoli, come prima qualcuno aveva fatto per lui.

Questo è quello che è accaduto a Suresh, un ragazzo che ha partecipato allo spettacolo Fantasia e che si è diplomato l’anno scorso, ma che ora lavora, ci dicono i suoi amici, in una nuova casa famiglia non lontano da qui. I ragazzi più grandi si prendono cura dei più piccoli, qui è normale. I ragazzi più grandi sono anche i primi ad accoglierci mentre attraversiamo il cortile della scuola, sapevano del nostro incontro di oggi con la direttrice.

Riusciamo a scambiare solo quattro chiacchiere, poi arrivano di corsa i più piccoli, tempestandoci di domande: come ti chiami ? Da dove vieni? Senza accorgermene mi ritrovo per mano con Tashi, una ragazzina con i codini, e con Shanti, che canticchia una canzoncina facendomi dondolare il braccio avanti e indietro. Le faccio i complimenti per il bellissimo nome e la bambina mi abbraccia forte ( mi arriva poco sopra le ginocchia ) urlando: grazie !